Balla coi Cinghiali: un festival sostenibile!

di Rossana Vanetta

Il Balla coi cinghiali è una bolla fuori dal tempo e dallo spazio. Per tre giorni ti puoi ritrovare immerso nel mondo dell’impossibile, o forse in un mondo che noi sostenitori di un “vivere sostenibile” auspichiamo.
Una tradizione che si ripete da oltre dieci anni e che ha portato nel 2017 addirittura 80.000 visitatori all’interno del forte di Vinadio, in provincia di Cuneo, suggestiva location del festival che quest’anno si è svolto dal 23 al 25 agosto.
Si tratta principalmente di un festival musicale: sono stati oltre cinquanta gli artisti che si sono esibiti, spaziando dall’indie italiano a contaminazioni sudamericane, dai live di reggae ai dj set di musica elettronica. Per ogni gusto e per ogni ballo, la notte al Balla coi cinghiali ha vibrato al ritmo di migliaia di corpi che sprigionavano energia e divertimento. Un altro aspetto imprescindibile del festival sono state le attività culturali, come le proiezioni di film indipendenti o gli incontri con scrittori. E ancora: laboratori sportivi, di danze popolari e discipline olistiche hanno intrattenuto gli ospiti dell’evento in un susseguirsi di attività durante tutte e tre le giornate.

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La sostenibilità al festival è passata anche attraverso incontri sui più delicati temi sociali attuali, come l’accoglienza dei migranti, raccontata dagli stessi protagonisti. Il festival era dedicato a tutte le fasce d’età: numerose infatti sono state le iniziative rivolte alle famiglie e ai bambini, come ad esempio letture, incontri di teatro, laboratori manuali e altri ancora.
Il soggiorno era rigorosamente il campeggio che ha portato migliaia di giovani e non fuori dall’abituale zona di confort, spingendoli a un contatto diretto con la natura. Le montagne circostanti che dominavano lo sguardo invitavano a rilassanti incursioni nel bosco.
Non so se sia stata l’aria incontaminata, la musica che nutre lo spirito o il desiderio di evasione dal quotidiano, ma il risultato è stato che in questi tre giorni, nonostante le migliaia di persone presenti, non si è assistito a nessuna rissa; al contrario, si è respirato un clima di grande apertura sociale, rispetto e collaborazione, a partire dagli instancabili volontari che per oltre tre giorni hanno costituito una grande e solidale famiglia.

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Veniamo ora alla domanda cruciale: può un festival di tale portata essere sostenibile per l’ambiente? La risposta è decisamente sì. Gli organizzatori hanno attuato in particolare tre iniziative in tale direzione. Per prima cosa è stato promosso il car sharing come mezzo per recarsi al festival, attraverso la premiazione delle macchine abbellite a tema in maniera più originale che avessero raggiunto il festival con la clausola che a bordo ci fossero almeno quattro passeggeri. In secondo luogo, importantissima è stata la decisione di non utilizzare alcuna cannuccia e bicchiere in plastica usa e getta. Al posto di questi, con una cauzione di due euro, veniva fornito un bicchiere in plastica riutilizzabile per tutta la durata del festival, che poteva essere restituito alla fine o portato a casa come ricordo. Last but not least, fondamentale la scelta di compensare le emissioni di anidride carbonica prodotta durante il festival attraverso la piantumazione di alberi, in collaborazione con Treedom. Gli alberi vengono piantati in paesi come Senegal, Haiti e Kenya, dove danno origine ad una microeconomia di sostegno locale, oltre che a rappresentare un supporto all’ecosistema spesso danneggiato.
L’unico suggerimento che mi sento di dare, considerando l’importanza delle abitudini alimentari sull’impatto ambientale, è quello di inserire una maggiore scelta veg(etari)ana nelle cucine del festival. Scelta che era rappresentata da un solo-ottimo-food truck, disponibile però solo in limitate fasce orarie.
Se dunque non avete mai provato il Balla coi Cinghiali e volete saggiare in prima persona quanto avete letto, dovete solo aspettare il prossimo anno per tuffarvi nel mondo del festival, ricordandovi che un ottimo modo per godere l’esperienza è partecipare come volontario!

Articolo di Vivere Sostenibile Alto Piemonte edizione Ottobre+Novembre 2018, sezione Turismo Sostenibile

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