di Mauro Carlesso – scrittore e camminatore vegano
Periodo: Estate/Autunno
Raggiungere Campello Monti ha già di per se un fascino particolare. È un luogo di storia, cultura e di confine: oltre si può andare solo a piedi. E oltre ci sono solo montagne dure e faticose usate nei secoli per una sopravvivenza oggigiorno improponibile. La Cima Capezzone è la montagna più alta di questa valle selvaggia e solitaria e salirla consente di tuffarsi in un ambiente che emotivamente lascia incantati.
La salita non presenta difficoltà tecniche ma oltre alla fatica chiede un po’ di attenzione nel canalino che dal Lago sale alla Bocchetta.
L’itinerario
Da Gravellona Toce si raggiunge Omegna da cui si risale interamente la Valle Strona passando da Forno fino a Campello Monti dove ha termine la strada. Si parcheggia l’auto all’ingresso del grazioso villaggio walser “chiuso” per otto mesi all’anno e che solo in estate si anima di villeggianti e di escursionisti. Ci si avvia verso la settecentesca Parrocchiale di San Giovanni Battista tardo barocca e si risale l’erta scalinata al termine della quale si segue la mulattiera a sinistra (freccia) incontrando poco dopo delle paline con indicazione ‘’Cima Capezzone’’. Da questo punto si inizia la lunga salita transitando dagli alpeggi Alpe Piana di Via (mt.1715) e Alpe Capezzone (mt.1845). Sempre su buon sentiero si raggiunge l’incantevole Lago Capezzone sulle cui rive è posto il bivacco in muratura Abele Traglio (mt. 2106). Da questo luogo si tralascia il sentiero di sinistra che porta alla Bocchetta delle Vacche e si costeggia invece il lago sulla destra fino al suo termine per poi risalire faticosamente verso l’evidente bocchetta posta tra la cresta SW del Capezzone e la cresta NW della Cima Lago. Dalla bocchetta si piega a destra e per cresta un po’ sconnessa si raggiunge la vetta del Capezzone (mt.2421) con vista spettacolare sul Monte Rosa. Dalla cima si rientra alla bocchetta dalla quale si risale il facile fianco erboso che porta in breve sulla Cima Lago (mt. 2401) da cui si ha un’aggettante vista del Lago Capezzone. Si ritorna alla bocchetta dalla quale si scende con cautela ripercorrendo il facile percorso dell’andata fino a Campello.
La nota storica
Nell’immaginario collettivo le miniere hanno sempre esercitato un fascino oscuro. Le condizioni di lavoro in particolare esercitano un sentimento di povertà e di precarietà per i lavoratori. Ma anche il minerale estratto ha un suo fascino particolare: oro, diamanti, ferro, rame etc. E proprio a Campello Monti per circa un secolo si è esercitata l’estrazione di un materiale inconsueto: il nichel. Dal 1865, anno di inizio dello sfruttamento della vena, fino al 1949, quando cessarono le concessioni Ministeriali, si sono avvicendati svariati proprietari. Dal sig. Arienta, al notaio Ferrari, dal barone Hartogensis, di Berlino all’ing. Dolcetta di Vicenza prima del turno di svariati Enti. Ma tutti questi interpreti di un epoca hanno dovuto arrendersi alle molteplici difficoltà operative: durezza della roccia, verticalità del terreno che non consentiva di lavorare agevolmente, ripidità dei canaloni che solcano le pareti nelle quali erano aperte le miniere che, soggetti a continue valanghe, ne limitavano l’attività. Ed infine la concorrenza delle nuove miniere in Canada e Nuova Caledonia hanno decretato la fine di quel lavoro affascinante ma disumano. Di quel misero periodo si può ancora osservare dal parcheggio basso di Campello fino alla località Ronco un tratto della teleferica che portava il minerale dai cantieri agli impianti di lavorazione e dove esiste ancora un deposito del materiale di scarto.
La scheda
Località di partenza: Campello Monti (mt.1305) –NO-
Località di arrivo: Campello Monti
Cime sul percorso: Cima Capezzone (mt.2421), Cima Lago (mt. 2401)
Dislivello: mt. 1120 circa
Tempo di percorrenza: ore 4,30 (soste escluse)
Difficoltà: EE
Per un pranzo al sacco Veg
Un suggerimento per un gustoso pranzo al sacco vegano a impatto zero: hummus di ceci e carpaccio di barbabietole
Articolo di Vivere Sostenibile Alto Piemonte, edizione Ottobre 2017, sezione Turismo Sostenibile